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GANZEI
Visione Illuminata
In questo capitolo, l’insegnamento del Maestro Dōgen riguarda la “Visione illuminata”, vale a dire la retta visione legata all’acquisizione del risveglio. In questo caso, il Maestro Dōgen si avvale del commento ad un dialogo tra il Maestro Tōzan e il Maestro Ungan, e di numerosi insegnamenti del suo Maestro Tendō.
Lo studio della Via, attuato nel corso degli innumerevoli eoni passati, produce frutto nelle attuali ottantaquattromila forme di visione illuminata. Un giorno, mentre dimorava allo Zuiganji, il mio defunto Maestro Tendō, un vecchio Buddha, entrò nella Sala del Dharma e disse ai monaci: “La brezza autunnale è pura e fresca, la luna d’autunno è chiara e splendente. È per mezzo della visione illuminata che possiamo vedere la forma reale delle montagne e dei fiumi della grande terra. Risiedere nello Zuiganji ha rinnovato la mia visione; il suono del bastone e il grido “Katsu”[1] sono di nuovo vividi mentre ci esaminiamo a vicenda.”
Qui, esaminarsi a vicenda è saggiare uno con l’altro la propria visione di vecchio Buddha. È importante, in ciò, che tutti usino reciprocamente il bastone e il grido. Questo è tenkatsu, la visione rinnovata. Tale manifestazione di comprensione intuitiva e di attività, è la visione illuminata. La forma reale delle montagne, dei fiumi e della grande terra, è radicata nella visione illuminata ed esiste per tutta l’estensione di innumerevoli kalpa.
“La brezza autunnale è pura e fresca” e “La luna d’autunno è chiara e splendente”, sono percepite di là dal tempo. La freschezza della brezza autunnale non può essere comparata ai quattro grandi oceani, e lo splendore della luna d’autunno è al di là di ogni possibile paragone con centomila soli e lune. Pura e fresca e chiara e splendente sono l’illuminata visione di montagne, fiumi e terra. A vicenda, si riferisce ai Buddha e ai Patriarchi. Non aspettatevi la grande illuminazione, la non-illuminazione, né qualche precedente illuminazione del lontano passato; questa è la visione illuminata dei Buddha e dei Patriarchi.
Anche l’esaminarsi è radicato nella visione illuminata; è la realizzazione della rinnovata visione ed è l’occhio attivo del risveglio. “Rinnovare la nostra visione” equivale a incontrare; cioè, l’occhio che incontra l’occhio.[2] Essi si incontrano come tuono e lampo. Non pensate che il corpo sia grande né che l’occhio sia piccolo. Sebbene alcuni anziani la pensino così, è solo perché il loro occhio illuminato non è completamente aperto.
Un giorno, addestrandosi sotto Ungan,[3] il Grande Maestro Tōzan Gohon[4] vide il suo Maestro intento a fabbricare un paio di sandali in paglia. Allora Tōzan disse: “Sono venuto qui per ricevere la visione illuminata.” Al che Ungan ribattè: “Vuoi donarla a qualcuno e poi partire?” Tōzan rispose: “Non ce l’ho.” Allora Ungan chiese: “Se tu l’avessi a chi la daresti?” Tōzan non parlò. Ungan continuò: “È ciò che vuoi o no, la vera visione illuminata?” Tōzan rispose: “Non è la visione illuminata.” Ungan diede un forte grido.
Possiamo vedere che il punto focale di tutto lo studio e della prassi è la ricerca della visione illuminata. Addestrarsi sulla Via nello Zendō,[5] studiare nella Sala del Dharma, dormire nel monastero, tutte queste cose sono il cercare la visione illuminata. Anche lavorare insieme e condividere la vita del monastero è visione illuminata. Questa storia chiarisce il principio che la visione illuminata non è noi stessi né altri. Tōzan ricercava dal suo Maestro la visione illuminata e, alla fine, l’ottenne. Il problema relativo a se stessi è indipendente dal problema relativo agli altri; non si dovrebbe dipendere dagli altri. Per questo Ungan chiese: “Vuoi donarla a qualcuno e poi partire?”, cioè: a chi ti appresti a dare la tua versione della visione illuminata? La risposta di Tōzan “Non ce l’ho”, indica la sua propria comprensione della visione illuminata. Dovremmo riflettere, con calma, su questa realizzazione della Via.
Il Maestro Ungan disse: “Se tu l’avessi, a chi la daresti?” Questo riguarda la vera natura della visione illuminata ed è sia il non avere, sia l’avere di “Non ce l’ho” e di “Se tu l’avessi.” Ecco il giusto modo di comprendere ciò che dovremmo investigare.
“Tōzan non parlò.” Questo non significa che non potesse rispondere. Allora Ungan chiese: “È ciò che vuoi o no, la vera visione illuminata?” È questa la rinnovata visione illuminata, vale a dire che l’illusione è frantumata e la visione illuminata prende vita. L’essenza della frase di Ungan è che la visione illuminata cerca la visione illuminata, l’acqua segue l’acqua, le montagne seguono le montagne. Le cose diverse tra di loro, interagiscono una con l’altra; le cose tra di loro simili, coesistono.
Tōzan disse: “Non è la visione illuminata.” Questo indica che la nostra propria visione è illuminata. “Non è la visione illuminata” rappresenta il corpo e mente della comprensione intuitiva; deve essere considerato come la forma della nostra attiva visione illuminata. Tutti i Buddha dei tre mondi fanno girare e proclamano la grande ruota del Dharma della visione illuminata. Per poter penetrare l’aspetto più profondo del nostro studio è necessario balzare nella visione illuminata mediante determinazione, prassi, e risveglio. Questa visione illuminata non è né nostra né degli altri. Dunque non contiene né ostacoli né attaccamenti.
Un vecchio Buddha,[6] disse: “Che meraviglia! Tutti i Buddha delle dieci regioni erano, in origine, fiori nell’occhio.”[7] Vale a dire, tutti i Buddha sono visione illuminata, e i fiori nell’occhio sono tutti i Buddha delle dieci regioni. Andare e venire, sedere in zazen e dormire, sono tutte funzioni della visione illuminata, senza che vi sia alcun attaccamento o immedesimazione.
Il mio defunto Maestro, un vecchio Buddha, disse: “Strappate l’occhio illuminato di Bodhidharma, fatene una palla di fango e con essa colpite la gente.” Poi gridò: “Si! L’oceano si prosciuga e le onde spumeggiano fino al cielo!” Questo fu detto ad un folto gruppo di monaci, nella residenza dell’abate di Seiryōji.
Coloro che sono colpiti sono come coloro che sono trasformati.[8] Essere colpiti significa che ogni persona può trovare il suo volto originario. Ad esempio, attraverso l’illuminata visione di Bodhidharma, ogni persona può trasformare ed essere trasformata. Questo è il principio di scagliare qualcosa contro la gente. Chiunque può essere rigenerato nel venire colpito con questa visione illuminata. Conosciamo esempi di monaci, dentro il monastero, percossi con un pugno, colpiti con un bastone nella Sala del Dharma, o battuti con uno scacciamosche o, nell’alloggio del maestro, colpiti con un bastone; questa è la visione illuminata di Bodhidharma.
Fare una palla di fango dell’occhio di Bodhidharma, è chiedere ad un maestro di essere accettato come allievo, riverirlo e sedere in zazen con lui. È a proposito di questo essere colpiti che il Maestro disse: “L’oceano si prosciuga e le onde spumeggiano fino al cielo.”
Il mio defunto Maestro, un vecchio Buddha, entrò nella Sala del Dharma e lodò il conseguimento della Via da parte del Tathāgata,[9] dicendo: “Dopo sei anni di prassi ascetica era diventato simile ad una volpe selvatica. Lasciò le montagne pieno di perplessità; quella visione illuminata che stava cercando era stata completamente perduta. Non vi erano altri luoghi in cui cercare. Era come pazzo, eppure raggiunse il risveglio vedendo la stella del mattino.” “Raggiungere il risveglio vedendo la stella del mattino” pare un avvenimento fin troppo improvviso, dal momento che appena prima egli aveva completamente perduto la propria visione illuminata. Era come se altri gli dicessero del suo risveglio. Era pieno di perplessità e perciò dovette vincerle. Il risveglio non si manifesta solo dove vogliamo noi; esso non è legato al conseguimento della Via da parte di qualcuno.
Una volta, il mio defunto Maestro, un vecchio Buddha, disse: “Quando Śākyamuni perse il Suo ordinario vedere e conseguì la visione illuminata, un ramo di susino fiorì nella neve. Ma, ora, piccoli rami sono comparsi, e splendidi fiori ridono al vento primaverile che soffia selvaggio.”
La visione illuminata del Buddha non può essere espressa empiricamente mediante uno, due o tre. Quella perduta, che genere di visione è? Esiste un genere di visione illuminata che può essere perduta? Il ramo di susino che è fiorito nella neve era la visione illuminata del Buddha Śākyamuni. È fiorito in primavera e manifesta il cuore di tale stagione. Il mio defunto Maestro, un vecchio Buddha, disse: “La prassi ascetica di Śākyamuni fu come una pioggia che continua, giorno dopo giorno; la Sua illuminazione fu simile ad una splendida e luminosa giornata. Anche le rane giganti e i vermi cantavano. La mente di un vecchio Buddha trascende il tempo e l’adamantina visione illuminata si manifesta. Aah! Il groviglio causa ulteriore groviglio.”[10]
“L’adamantina visione illuminata” è presente sia nella pioggia continua sia nel cielo limpido, ed è presente anche nel cantare delle rane e dei vermi. La gente d’oggi manca di questa comprensione. Dal momento che il passato non esiste, possiamo chiamarlo vecchio Buddha. Il vecchio Buddha del passato vive nel presente; questo non lo si può paragonare al passare dei non-vecchi Buddha.
Il mio defunto Maestro, un vecchio Buddha, disse: “Oggi è il solstizio d’inverno; d’ora in poi le giornate si allungheranno gradualmente. Mentre il respiro diventa più vivo, la visione illuminata risplenderà.” Nel corso di innumerevoli generazioni, giorno dopo giorno, le giornate si sono allungate. Questo è il non attaccamento della visione illuminata. La visione illuminata risplenderà e si vedranno le montagne in pieno sole. Così, la visione illuminata è presente in ogni aspetto della vita.
Un giorno, il mio defunto Maestro parlò nel tempio Joji, del Rinan. Egli disse: “È il mattino del primo giorno di febbraio; la visione illuminata di uno scacciamosche, rifulge. Il suo splendore è come uno specchio, la sua oscurità è come una lacca nera. Il suo sfavillio illumina l’intero Universo. Perché tutti voi, o monaci, siete circondati da un muro impenetrabile?” Tacque per un momento, sorridendo, poi disse: “Il vento primaverile ha la risposta a questa domanda.” Subito dopo abbandonò la piattaforma.
Il significato di “Circondati da un muro” è visione illuminata. Mattino, febbraio e primo giorno, sono tutti aspetti della visione illuminata, cioè: la visione illuminata di uno scacciamosche. Dal momento che trascende la lacca nera,[11] diventa la visione illuminata di questa mattina. È la visione illuminata di febbraio che illumina l’Universo intero, ed è il primo giorno elogiato dal mio Maestro. Questa è l’attività e la realizzazione della visione illuminata.
Questo fu trasmesso, il 17 dicembre 1242, ad un’assemblea di monaci dello Zenjihō, nell’Echizen.
Trascritto da Ejō, lo stesso mese, nell’alloggio del discepolo principale.
[1] “Katsu!” era il grido tipico del Maestro Rinzai, che egli rivolgeva ai suoi allievi per risvegliarli alla realtà.
[2] Cioè, l’occhio di Tendō che incontra l’Occhio del Buddha
[3] Il Maestro Ungan Donjō (782-841), uno dei successori del Maestro Yakusan Igen. [Yün-yen T’an-sheng]
[4] Il Maestro Tōzan Ryōkai (807-869), nella linea di trasmissione del Maestro Yakusan Igen. [Tung-shan Liang-chieh]
[5] Sala del Dharma.
[6] Il Maestro Rōya Ekaku (?), nella linea di trasmissione del Maestro Rinzai Gigen. [Lang-yeh Hui-chüeh]
[7] Si veda il cap. 14, Kuge.
[8] Che hanno ricevuto e messo a frutto l’insegnamento.
[9] Lett. “Così arrivato”.
[10] Si veda il cap. 38, Kattō.
[11] Trascende la discriminazione della gente comune.