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SANSUIKYŌ
Il Sūtra di Fiumi e Montagne
In questo capitolo il Maestro Dōgen sottolinea come le montagne, i fiumi, e la Natura in generale debbano essere considerati alla stessa stregua dei Sūtra Buddhistici. La Natura è l’Universo nella sua forma reale, perciò l’osservazione e lo studio della Natura equivalgono all’osservazione ed allo studio della stessa verità espressa dal Dharma. Penetrare la realtà della Natura significa cogliere l’essenza stessa dell’Insegnamento.
Proprio questi monti e questi fiumi realizzano la Via dei vecchi Buddha. Gli uni e gli altri permangono nella propria vera forma e realizzano la loro autentica qualità. Trascendono il tempo e, dunque, operano nell’eterno presente. Poiché è rivelato il loro sé originale, essi sono distaccati dalla loro propria manifestazione. Le montagne possiedono la qualità di essere alte e poderose, eppure, il movimento delle nuvole e il soffio del vento sono liberi e non limitati da esse.
Il sacerdote Fuyō Dōkai,[1] del monte Taiyō, così si indirizzò ad un’assemblea: “Le verdi montagne sono sempre in movimento, e una donna di pietra partorisce di notte.” La virtù di una montagna è completa e non manca di alcunché; dunque, il monte è sempre saldamente radicato, eppure, si muove continuamente. Dobbiamo investigare nei particolari la virtù di questo movimento. Non dubitate del movimento della montagna soltanto perché è diverso da quello di un essere umano. Il movimento di cui ci parla Dōkai contiene la vera es-senza del movimento. Dobbiamo chiarire il significato di “Sempre in movimento.” Sempre in movimento significa eternamente. Il movimento di questo sempre è più veloce del vento, ma coloro che vivono sulla montagna non lo comprendono né lo conoscono. Questo vivere sulla montagna è l’equivalente di: “Quando un fiore sboccia, la primavera è presente ovunque.”[2] D’altronde, anche coloro che non stanno sulla montagna sono inconsapevoli del suo movimento. Chi non vede la montagna da per sé, non può né comprenderlo né vederlo e nemmeno udirlo, a motivo di questo principio. Se qualcuno dubita del movimento della montagna è perché non comprende il suo proprio movimento. La gente si muove e fa un passo dopo l’altro, ma non è in grado di capirlo. Quando comprendiamo il nostro proprio movimento possiamo capire il movimento della montagna.
Così come le verdi montagne non sono né animate né inanimate, così siamo noi; comprendendo questo, non vi saranno dubbi sul movimento delle verdi montagne. Esse devono essere considerate in rapporto al mondo intero. Dobbiamo esaminare attentamente il movimento delle verdi montagne ed il nostro, sia in avanti che indietro. Parimenti dobbiamo esaminare il movimento in avanti e indietro che esisteva prima che cielo e terra fossero uniti, e prima dell’inizio del tempo. Se il movimento cessa, i Buddha e i Patriarchi non possono manifestarsi. Se il movimento fosse arrivato ad un punto morto, allora il Dharma del Buddha non si sarebbe potuto trasmettere fino ai giorni nostri. Tanto il movimento in avanti quanto quello all’indietro non sono mai cessati né sono opposti l’uno all’altro. Questo movimento è la virtù delle montagne fluenti. Le verdi montagne indagano il loro proprio movimento e la montagna orientale studia il suo movimento attraverso l’acqua. Perciò, questo è il corretto studio della montagna. Non è necessario modificare il corpo e mente della montagna; la montagna studia se stessa come montagna.
Non diffamate le montagne asserendo che esse non possono muoversi o camminare sull’acqua; noi dubitiamo di ciò solo a causa dei nostri punti di vista superficiali. È a causa della nostra inadeguata comprensione che restiamo stupiti nell’ascoltare le parole “Montagne che scorrono.” Non tutti sono in grado di capire completamente le montagne che scorrono, specie coloro che sono intrappolati in futili osservazioni e in una comprensione superficiale. Dunque, quando diciamo montagna è per via della sua crescente virtù e perché essa sostenta la vita: si muove e scorre. Quando la montagna partorisce una montagna, i Buddha e i Patriarchi appaiono da questo principio, e in questo modo si manifestano.
La visione illuminata è manifestata in montagne, erbe, alberi, terra, pietre, steccati e muri. Non dubitate di questo; ma ancora, essa non è né movimento né completa realizzazione. Anche se la montagna è adorna dei sette preziosi gioielli,[3] ancora non scorgiamo la sua vera forma. Anche se Buddha e Patriarchi si addestrano lì, non siate attaccati ad essa. Anche se possiede la più alta forma della insuperata virtù di tutti i Buddha, essa non ha ancora rivelato la sua vera condizione. Così, ogni osservazione dipende dal relativo punto di vista dell’osservatore e manca di qualcosa. Non è l’agire dei Buddha e dei Patriarchi ma è solo una piccola parte dell’osservazione totale.
Osservazioni unilaterali, o limitate, non sono consentite da Śākyamuni. I Buddha e i Patriarchi non hanno mai discriminato tra mente e natura. Ricercare la propria mente e natura è l’attività di chi non segue il Dharma del Buddha. L’attaccamento a parole e scritti non è la Via della liberazione. Così possiamo trovare la condizione che trascende opinioni limitate quali: “Le verdi montagne sono sempre in movimento” e “La montagna orientale cammina sopra l’acqua.” Indagate questo nei dettagli.
“Una donna di pietra partorisce di notte.” La donna sterile partorisce ‘di notte’. In linea di massima, vi sono pietre maschie, femmine, e neutre. Esse suppliscono ad ogni mancanza in cielo e in terra; vi è anche una pietra del cielo e una pietra della terra. La gente comune rispetta queste cose, a parole, ma pochi ne sanno veramente qualcosa. Dobbiamo essere capaci di comprendere il principio del generare. Quando un bambino nasce, è forse una trasformazione dei genitori? Noi studiamo il concetto che divenire genitori del bambino è la realizzazione della nascita, ma bisogna anche studiare con cura la prassi e illuminazione della nascita, quando il bambino diventa il genitore.
Il Grande Maestro Ummon Kyōshin,[4] disse: “La montagna orientale cammina sull’acqua.” L’essenza di una simile realizzazione è che tutte le montagne sono “La montagna orientale”, e che tutte queste montagne orientali camminano sull’acqua. Così, le nove grandi montagne del monte Sumeru[5] realizzano se stesse e conseguono prassi e risveglio. Questo è “La montagna orientale.”
Tuttavia, possiamo essere certi che Ummon abbia trasceso l’attività di prassi e risveglio nella pelle, carne, ossa e midollo della montagna orientale? Nella dinastia Sung del giorno d’oggi, le comunità di individui negligenti sono parecchie, il loro numero è in aumento, e coloro che possiedono la verità non possono fare nulla per evitarlo.
Alcuni affermano che il detto “La montagna orientale cammina sull’acqua” e la storia del falcetto di Nansen[6] sono del tutto incomprensibili. Essi sostengono infatti che tutte le parole che sono in relazione alla normale sfera di cognizione, non sono le parole Zen dei Buddha e dei Patriarchi. Le parole che sono al di là della comprensione sono, invece, i detti dei Buddha e dei Patriarchi. Dunque, l’utilizzo del bastone da parte di Ōbaku e il grido di Rinzai[7] sono al di là della normale comprensione. Questa è la grande illuminazione che esisteva prima del tempo. Tutti i vari mezzi abili, utilizzati dai nostri capaci predecessori per aiutarci a troncare i nostri grovigli, sono ‘incompressibili’.
Questo non è l’insegnamento di un vero maestro e non è l’occhio di una corretta investigazione. Costoro sono troppo stupidi per essere menzionati e, in questi ultimi due o trecento anni, le persone disoneste e i monaci truffatori sono stati numerosi. È veramente un peccato che la grande Via dei Buddha e dei Patriarchi si stia ovunque estinguendo. Le interpretazioni date da costoro sono inferiori anche a quelle dei seguaci dell’Hīnayāna e degli śrāvaka,[8] e le loro idee sono più sciocche di quelle della gente comune. Essi non sono né laici né monaci, né esseri umani né dèi; sono più stupidi di bestie ottuse che vogliono imparare la Via. Ciò che i falsi monaci definiscono incomprensibile, lo è solo per loro e non per i Buddha e i Patriarchi. Non scartate il sentiero dei Buddha e dei Patriarchi solo perché voi mancate di comprensione. Forse ora non riuscite a comprenderlo, ma ciò non significa che sia incomprensibile.
Nella Cina dell’attuale dinastia Sung questi esempi di comprensione inadeguata sono numerosi e molti li ho visti con questi stessi occhi. Dispiace vedere quanto questi individui siano inconsapevoli dell’inadeguatezza della propria comprensione; essi non capiscono che le parole dei Buddha e dei Patriarchi trascendono la conoscenza ordinaria. In Cina, durante la mia permanenza, costoro rimanevano imperturbabili anche se mi burlavo di loro. Ciò che essi considerano incomprensibile è semplicemente il frutto delle loro menti inadeguate. Chi ha insegnato loro una simile cosa? Mancando di un maestro che possedesse la verità essi diventavano naturalmente progenie di profani.
Dovremmo sapere che la montagna orientale che cammina sull’acqua, è le ossa e il midollo dei Buddha e dei Patriarchi. Ogni genere d’acqua è presente ai piedi della montagna orientale. Perciò, tutte le montagne vanno al di là delle nuvole e camminano nel cielo. La cima dell’acqua è varie montagne. Arrampicarsi su e giù è attraversare l’acqua. I piedi delle varie montagne si muovono sull’acqua, e l’acqua schizza sotto i loro piedi. Tale movimento è naturale e sorgono prassi e illuminazione. L’acqua non è debole o forte, bagnata o asciutta, ferma o in movimento, fredda o calda, esistente o non-esistente, illusione o illuminazione. Quando essa è solida è più dura del più duro diamante, quando si liquefa è più soffice del più soffice latte. Non dovremmo, quindi, nutrire dubbi sulla realizzazione della virtù dell’acqua.
Dovremmo ora studiare ed osservare per un certo tempo l’acqua nelle dieci direzioni dell’universo. Non uno studio dell’acqua vista da parte degli uomini o degli dèi, ma uno studio dell’acqua dal punto di vista dell’acqua. Poiché, da parte dell’acqua, c’è una prassi e illuminazione dell’acqua, vi è pure un metodo per l’acqua di ricercare l’acqua. Dovremmo realizzare la Via dell’incontrare se stessi attraverso se stessi; gli altri dovrebbero studiare gli altri, seguendo il sentiero che si muove liberamente e che trascende se stesso.
Quando guardiamo le montagne o l’acqua, generalmente le vediamo in una varietà di modi, secondo le circostanze; gli dèi vedono l’acqua come ornamento, non semplicemente come acqua. Noi la vediamo come qualcosa di diverso, la vediamo come acqua. Per essi è un ornamento, per noi è acqua. Alcuni vedono l’acqua come fosse un fiore meraviglioso, eppure non la utilizzano come fiore. I dèmoni vedono l’acqua come un fuoco enorme, o come denso sangue. Draghi e pesci la vedono come un palazzo, o come splendidi saloni. L’acqua può essere vista in molti modi: come i sette preziosi gioielli, o come foreste, steccati, come la pura e incontaminata liberazione della natura del Dharma, come il vero corpo dell’uomo, la forma corporea e l’essenza della mente, oppure come l’acqua vista dagli esseri umani. Diversi punti di vista, diverse interpretazioni. Analogamente, la visione dipende dall’occhio dello spettatore. Approfondiamo ancora un po’ questo tema. Guardare un oggetto produce diversi punti di vista o ciò accade a causa dell’errato pensare che l’oggetto stesso possegga varie forme? Dobbiamo riflettere accuratamente su questo.
Ecco perché prassi e risveglio non si limitano a uno o due tipi, bensì comprendono migliaia di forme che dipendono dalla qualità e dalla natura dell’illuminazione stessa. Per di più, se esaminiamo quest’affermazione più da vicino vediamo che, sia pure esistendo diversi tipi di acqua, è come se non esistesse un’acqua vera o originaria e nemmeno diversi generi di acqua. I vari tipi di acqua, tuttavia, vanno al di là di tutto questo, né sono mente, forma, karma, se stessi o altro. L’acqua è semplicemente acqua, totalmente distaccata.
Per questo, l’acqua non rientra tra gli elementi di terra, acqua, fuoco, vento, spazio, coscienza ecc., non è blu, gialla, rossa, bianca, nera ecc., non ha forma, suono, odore, gusto, percezione ecc.[9]. Eppure, essa è manifesta in tutte queste cose. Ne deriva che è assai difficile essere in grado di chiarire la natura di questo attuale mondo e dei suoi palazzi. La corretta interpretazione dipende dal significato profondo di vento e di spazio;[10] non deriva dall’idea di sé né di altri da sé, ed è ben lontana dalle possibilità di una comprensione superficiale. Non circoscrivete la vostra visuale a qualche ambito limitato.
Il Buddha Śākyamuni disse: “Ogni dharma è libero e privo di attaccamento, e non dimora in alcun luogo.” Dobbiamo sapere che tutti i dharma sono liberi e privi di attaccamento, eppure, essi conservano la loro vera condizione. Quando gli esseri umani osservano l’acqua, scorgono un’unica modalità dello scorrere. Vi sono molte maniere di scorrere, ma gli esseri umani ne vedono solo una. Ad esempio, scorrono la terra e il cielo da cima a fondo, scorrono le anse di un fiume, e così le pozze più profonde. Sopra le nuvole e sul fondo dei fiumi, tutte le cose fluiscono.
È detto nel Monshi:[11] “L’acqua sale in cielo a formare le gocce di pioggia e scende in terra per scorrere nei fiumi.” I cosiddetti discendenti dei Buddha e Patriarchi non sono tanto saggi quanto i profani che hanno scritto questo testo, ed è una vergogna che costoro non comprendano il principio dell’acqua. Qui, il punto essenziale è che l’acqua non è consapevole di se stessa, ma si manifesta solamente per quello che è.
“L’acqua sale in cielo per formare gocce di pioggia.” Dobbiamo sapere che l’acqua sale, non importa quanto in alto, e forma le gocce di pioggia. Queste gocce mutano secondo le circostanze; se qualcuno afferma che esiste un luogo in cui l’acqua non possa andare, questo è l’insegnamento dei seguaci dell’Hīnayāna o la falsa dottrina dei profani. L’acqua, così come penetra le fiamme, penetra la mente della conoscenza e della discriminazione, nonché l’illuminata sapienza della natura-di-Buddha.[12]
“Scende in terra per scorrere nei fiumi.” Dovremmo sapere che, quando l’acqua scende in terra, diventa fiumi. Se riusciamo ad afferrare il significato di fiume, allora abbiamo la possibilità di diventare saggi. Gli sciocchi che sono fuori dalla corretta tradizione, ritengono che l’acqua sia trovi solo nei fiumi e negli oceani. Questo non è giusto. I fiumi e gli oceani sono nell’acqua. Di conseguenza, l’acqua non si trova solo nei fiumi e negli oceani. Quando l’acqua scende in terra assume la forma di fiumi e di oceani. E ancora, dal momento che l’acqua forma fiumi e oceani, non dovremmo pensare che dentro l’acqua non esista nessun mondo o terra-di-Buddha.
Innumerevoli sono le terre-di-Buddha manifestate anche solo in una singola goccia d’acqua. Eppure non vi è acqua nella terra-di-Buddha, e non vi è una terra-di-Buddha nell’acqua. Ovunque sia, l’acqua non ha alcun rapporto con passato, presente o futuro, né con qualche mondo particolare. Ciò nonostante, l’acqua è manifestata come verità assoluta. Dove vanno i Buddha e i Patriarchi, sicuramente lì arriva l’acqua. Dunque, i Buddha e i Patriarchi possiedono il corpo, la mente e il pensiero dell’acqua. Ecco perché l’espressione “L’acqua non scorre mai all’insù” non esiste in alcun passo dei testi buddhistici. L’acqua scorre ovunque, in su e in giù, avanti e indietro.
Nei sūtra buddhistici si dice anche: “Il caldo sale, l’acqua scende.” Ciò che dobbiamo investigare è il salire e lo scendere, e cioè il salire e lo scendere della Via del Buddha. Laddove l’acqua scorre noi pensiamo che scenda ma, prima di aver visto in che direzione scorre, non dovremmo affermare che scende. Quando il caldo aumenta, essa sale. Sebbene il mondo dell’esistenza non coincida in realtà con le sei direzioni,[13] utilizziamo i quattro elementi[14] per suddividere empiricamente il mondo nelle diverse direzioni. Non sempre possiamo affermare che il paradiso sia sopra e che l’inferno sia sotto. Paradiso e inferno costituiscono l’intera esistenza del mondo.
Nondimeno, quando draghi e pesci percepiscono l’acqua come fosse un palazzo, è proprio allo stesso modo in cui gli esseri umani vedono un palazzo. Nessuno percepisce un palazzo come qualcosa che fluisce. Se qualcuno, al di fuori dal palazzo, dicesse al drago o al pesce che essa scorre, questi sarebbero sorpresi come lo è un essere umano quando sente dire che le montagne scorrono. Inoltre, anche le balconate, le scale e le colonne del palazzo sono acqua che scorre. Riflettete quietamente su questo principio. Se non sappiamo abbandonare le opinioni preconcette, non possiamo distaccarci da corpo e mente propri delle persone comuni, né padroneggiare il mondo dei Buddha e dei Patriarchi. Non riusciamo a conoscere a fondo neppure il mondo, o il palazzo della gente comune. Noi possiamo sapere cosa sono gli oceani e i fiumi, ma i draghi e i pesci, no. Non pensate scioccamente che, soltanto perché noi sappiamo che cosa è l’acqua, lo sappiano anche altri esseri. Coloro che studiano la Via del Buddha e che cercano di conoscere l’acqua, non dovrebbero limitare la loro indagine alle osservazioni proprie degli esseri umani, ma indagare ogni aspetto dell’acqua nella Via. Come dovremmo studiare l’acqua osservata dai Buddha e dai Patriarchi? Dobbiamo verificare se vi sia o meno acqua nel risveglio dei Buddha e dei Patriarchi.
Tanto nel passato quanto nel presente, le montagne sono la dimora dei grandi saggi. I venerabili e i saggi vivono insieme nel cuore delle montagne; esse sono il loro corpo e mente. Venerabili e saggi realizzano le montagne. Possiamo immaginare che sulle montagne i venerabili e i saggi, benché lì raccolti in gran numero, non si incontrino mai. Si manifesta solo la funzione vitale della montagna, senza alcuna traccia di venerabili o saggi. Guardare le montagne restando in questo mondo e guardarle stando su una di esse, sono due cose completamente diverse. Questo genere di ragionamento, così come la reale conoscenza del non scorrere, sono diversi dalla osservazione condotta da draghi e pesci. Gli uomini e gli dèi vivono nei loro rispettivi mondi e tutti gli altri esseri o dubitano, o sono incapaci di dubitare delle loro opinioni.
Perciò dovete studiare la frase “Le montagne fluiscono” nel modo in cui lo fanno i Buddha e i Patriarchi, e non dovete basare la vostra interpretazione sulla perplessità o sul dubbio. Un’opinione afferma ‘scorre’, l’altra ‘non scorre’. Senza una corretta investigazione non può sussistere la ruota della vera Legge del Tathāgata.[15] Un vecchio Buddha disse: “Volendo evitare il cattivo karma, non dobbiamo diffamare la ruota della vera Legge del Tathāgata.” Questa frase penetra pelle, carne, ossa, midollo, corpo e mente, vacuità e forma, alberi, pietre, risaie e villaggi.
Malgrado possa sembrare che le montagne appartengano al paese in cui si trovano, esse in realtà sono di chi le ama. Quando il signore della montagna è amato, lì di certo vivono uomini e donne virtuose. Quando venerabili e saggi vivono sulla montagna, la montagna è il loro dominio; gli alberi e le pietre crescono folti, e là prosperano uccelli e animali. La virtù dei venerabili e dei saggi influenza tutte le cose che si trovano sulla montagna.
Dovremmo sapere che la natura della montagna è simile a quella dei venerabili e dei saggi. Numerosi sono i casi di imperatori recatisi su una montagna per inchinarsi ai saggi e chiedere consiglio ai venerabili, rispettandoli, in questa circostanza, quali loro maestri e prostrandosi davanti a loro. Qui, gli obblighi imposti dalle consuetudini e dalle condizioni sociali non valgono. Per quanto grandi siano il potere e la virtù dell’imperatore, i saggi non ne sono smossi. Coloro che vivono sulle montagne sono completamente distaccati dalla società. Una volta, l’Imperatore cinese Kō,[16] recandosi in visita da Kōsei,[17] l’eremita sul monte Kōdō, per manifestare la sua umiltà gli si avvicinò camminando sulle ginocchia e chinò la testa fino a toccare terra.
Il Buddha Śākyamuni abbandonò il palazzo paterno e si ritirò sulle montagne. Il re non ne fu risentito, non si offese per il comportamento del figlio e nemmeno dubitò mai della sincerità di coloro che, sulle montagne, istruirono il principe. I dodici anni di severo addestramento di Śākyamuni si svolsero quasi totalmente sulle montagne, e sulle montagne avvenne il Suo risveglio. I veri re non cercano mai di dominare o distruggere le montagne. Dovremmo sapere che esse non appartengono al mondo degli esseri umani né a quello degli dèi. Non accostatevi a questo tema utilizzando solo la vostra limitata capacità umana. Come potreste, in tal caso, penetrare la questione se la montagna scorre o non scorre?
Fin dai tempi più antichi, anche i venerabili e i saggi hanno vissuto sull’acqua. Vivendo sull’acqua alcuni acchiappano i pesci, altri acchiappano degli allievi, e altri ancora acchiappano la Via. Questa è l’antica tradizione dell’acqua. Per di più, dobbiamo acchiappare noi stessi e dobbiamo acchiappare l’acchiappare. È mediante la Via che l’acchiappare acchiappa l’acchiappare.
Tempo fa, il sacerdote Tokujō[18] improvvisamente lasciò il suo Maestro Yakusan,[19] ed andò a vivere in una barca sul fiume Katei. Poco tempo dopo, un saggio[20] che viveva lì vicino, divenne suo allievo. Questo è un esempio di acchiappare pesci, acchiappare allievi, acchiappare acqua, e acchiappare se stessi. Kassan vide Tokujō, e trovò Tokujō in se stesso; Tokujō potè vederlo perché aveva incontrato se stesso.
Non solo c’é acqua nel mondo, ma c’è un mondo d’acqua che contiene in sé un intero mondo. Questo è vero non solo per l’acqua, ma per tutte le cose materiali; vi sono mondi animati nelle nuvole, nel vento, nel fuoco, nella terra, e ancora, nei mondi del Dharma, in un filo d’erba e in un bastone. Dove c’è un mondo animato, là c’è un mondo di Buddha e di Patriarchi. Investigate bene questo principio.
Dunque, l’acqua è il palazzo del vero drago;[21] essa è al di là dello scorrere. Ritenere che scorra e basta è vituperare l’acqua. Per esempio, scegliendo una prospettiva diversa, l’acqua non scorre. Essa è la sua propria vera forma; l’acqua è la virtù dell’acqua, e non ‘scorre’. Chiarendo questo principio dello scorrere o non scorrere dell’acqua, possiamo chiarire qualsiasi fenomeno. C’è una montagna nascosta nella giada preziosa e in un torrente, nel cielo, e nelle montagne. Studiate la montagna celata nelle profondità di una montagna.
Un vecchio Buddha[22] ha detto: “Le montagne sono montagne, l’acqua è l’acqua!” Queste montagne non sono le solite montagne. Esse sono le vere montagne dei Buddha e dei Patriarchi; dunque, studiatele. Se ricerchiamo queste montagne, possiamo imparare da esse. In questo modo, montagne e acqua diventano venerabili e saggi.
Trasmesso ai monaci del Kannondōri, nel Koshōhōrinji, il 18 ottobre 1240.
Trascritto da Ejō, il 3 giugno 1242, nell’alloggio del discepolo principale del Kippōji.
[1] Il Maestro Fuyō Dōkai (1043-1118), nella linea di trasmissione del Maestro Tōzan. [Fu-jung Tao-chieh]
[2] Si veda il cap. 14, Kuge.
[3] Dal sanscrito sapta ratnāni: oro, argento, smeraldi, perle, corallo, ambra e agata.
[4] Il Maestro Unmon Bun’en (864-949), nella linea di trasmissione del Maestro Seppō Gison. Daiji-un Kyōshin Zenji è il suo titolo postumo. [Yün-men Wen-yen]]
[5] Il monte Sumeru, nella mitologia Hindū, è un immenso monte circondato da quattro continenti, separati l’un l’altro da quattro oceani concentrici. I quattro continenti sono: Jambudvīpa (a sud), Pūrva-videha (a est), Apara-godāna (a ovest), e Uttara-kuru (a nord). Il monte Sumeru è circondato da altre otto grandi montagne.
[6] Un giorno, mentre Nansen stava lavorando all’aperto, un monaco gli chiese: “Qual è la strada per arrivare da Nansen?” Nansen sollevò il falcetto e disse: “L’ho pagato veramente poco.” Il monaco replicò: “Non mi interessa quanto costa il tuo falcetto. Qual è la strada per arrivare da Nansen?” Nansen rispose: “Ne ho tratto una gran varietà di impieghi.”
[7] Il Maestro Ōbaku era famoso per colpire i suoi discepoli con un bastone, per insegnare che la realtà è diversa da pensiero e sensazione. Il Maestro Rinzai, per ottenere lo stesso risultato, era solito urlare: “Katsu!”
[8] Lett. “Colui che ascolta”, in origine era riferito a coloro che avevano udito direttamente l’insegnamento dalla voce del Buddha. Più tardi, la parola śrāvaka fu utilizzata più genericamente per distinguere gli studenti Hīnayāna da quelli Mahāyāna.
[9] Non rientra, cioè, in materia, colore, sensazione.
[10] Vacuità.
[11] Una raccolta di testi taoistici.
[12] La natura-di-Buddha è la ‘Natura propria’, o ‘Vera natura’, o ‘Volto originario’ (comunque si voglia chiamare) di ogni essere, anche se questi lo ignora.
[13] I quattro punti cardinali, l’alto e il basso.
[14] I quattro elementi, dal sanscrito catvā mahābhūtāni, sono: terra (peso e leggerezza), acqua (coesione e fluidità), fuoco (caldo e freddo), vento (impulso e movimento).
[15] Lett. “Così arrivato”.
[16] L’Imperatore Giallo, il terzo dei cinque leggendari regnanti cinesi nel periodo che va dal 2852 al 2205 a.C. circa.
[17] Un saggio eremita taoista.
[18] Il Maestro Sensu Tokujō (?), uno dei successori del Maestro Yakusan Igen (745-828). [Ch’uan-tzu Te-ch’eng]
[19] Il Maestro Yakusan Igen (745-828), uno dei successori del Maestro Sekitō Kisen. Kōdō Zenji è il suo titolo postumo. [Yao-shan Wei-yen]
[20] Il Maestro Kassan Zenne (805-881), nella linea di trasmissione del Maestro Yakusan Igen. [Chia-shan Shan-hui]
[21] Il risveglio.
[22] Il Maestro Unmon Bun’en (864-949). [Yun-men Wen-yen]