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ZAZENGI
La Regola per lo Zazen
Quanto fosse importante l’argomento dello zazen per il Maestro Dōgen è dimostrato da fatto che il primo testo che Dōgen scrisse, di ritorno dalla Cina (1227) fu il “Fukan-zazenji”. Nello Shōbōgenzō poi, vi sono quattro capitoli (Bendōwa, Zazenshin, e Zanmai-ō-Zanmai, e Zazengi) dedicati appunto ai vari aspetti dello zazen. In particolare, questo capitolo è dedicato al metodo formale della prassi.
Studiare lo Zen significa addestrarsi nello zazen.[1] Per la prassi dello zazen scegliete un luogo tranquillo, non umido e non esposto a correnti d’aria, e usate una spessa stuoia. Poiché utilizziamo la stessa postura del Buddha Śākyamuni quando conseguì il risveglio, considerate il posto in cui sedete come il “Seggio di Diamante.” Alcuni monaci siedono su larghe pietre, mentre altri seguono la consuetudine dei sette Buddha[2] di esercitare lo zazen su di una spessa stuoia di erbe selvatiche. Il luogo per lo zazen non dovrebbe essere troppo buio, ma moderatamente illuminato sia di giorno che di notte. Dovrebbe essere tenuto caldo in inverno e fresco d’estate. Tenete il corpo e la mente tranquilli, troncate ogni attività mentale. Non pensate al tempo né alle circostanze, e non indulgete nei pensieri, né buoni né cattivi. Lo zazen non è autocoscienza o contemplazione di sé. Non cercate mai di diventare un Buddha. Distaccatevi da nozioni quali giacere o sedere. Mangiate e bevete con moderazione. Non sprecate tempo. Fate attenzione al vostro zazen. Prendete esempio dal quinto Patriarca[3] del monte Ōbai: tutte le sue azioni, ogni giorno, non erano altro che la prassi dello zazen.
Addestrandovi nello zazen indossate un kesa[4] e utilizzate un piccolo cuscino rotondo. Non sedete in mezzo al cuscino, ma ponete sotto le natiche soltanto la parte anteriore del cuscino. Incrociate le gambe e appoggiatele sulla stuoia. Il cuscino dovrebbe toccare la base della vostra spina dorsale. Questa è la postura fondamentale che è stata trasmessa da Buddha a Buddha, da Patriarca a Patriarca.
Potete usare sia la postura del loto completo, sia quella del mezzo loto. Nel loto completo il piede destro appoggia sulla coscia sinistra e il piede sinistro sulla coscia destra. Tenete le gambe orizzontali e la schiena perfettamente diritta. Nel mezzo loto, il piede sinistro appoggia sulla coscia destra, e il piede destro è posto appena sotto la coscia sinistra.
Allentate gli abiti e raddrizzate la schiena. La mano destra sul piede sinistro, la mano sinistra sul piede destro. I pollici devono stare in linea retta e toccarsi leggermente. Le mani devono stare appoggiate all’addome. Le punte dei pollici devono trovarsi all’altezza dell’ombelico. Ricordatevi di mantenere sempre la schiena eretta. Non inclinatevi né a destra o a sinistra, né in avanti o indietro. Tenete le orecchie in linea con le spalle. Allo stesso modo, naso e ombelico devono essere sullo stesso piano. Tenete la lingua contro il palato. Respirate attraverso il naso, e tenete uniti i denti e chiuse le labbra. Gli occhi devono restare aperti in modo naturale. Quando cominciate, assestate corpo e mente facendo un profondo respiro.
La forma del vostro zazen deve essere stabile come una montagna. Pensate il non-pensare. In che modo? Utilizzando il non-pensare. Questa è la splendida Via dello zazen. Lo zazen non è il mezzo per ottenere il risveglio: lo zazen stesso è l’atto perfetto del Buddha. Lo zazen non è altro che puro e naturale risveglio.
Questo venne trasmesso ai monaci del Kippōji, nel novembre del 1243.
[1] Lett. “Zen da seduti”.
[2] Si veda il cap. 52, Busso.
[3] Il Maestro Daiman Kōnin (688-761), successore del Maestro Dai-i Dōshin e quinto Patriarca in Cina. Noto anche come Ōbai. [Ta-man Hung-jen]
[4] Dal sanscrito kāsāya, tradizionalmente rappresenta l’abito del Buddha. Si veda il cap. 78, Kesa Kudoku.