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SOKUSHINZEBUTSU
La Nostra Mente è Buddha
Il Maestro Dōgen illustra, in questo capitolo, l’insegnamento classico “La nostra mente è Buddha.” In modo particolare, commentando l’insegnamento del brahmāno Senika, egli critica le affermazioni di coloro che sostengono l’esistenza di una ‘vera natura’ permanente che passa da un’esistenza all’altra. In altre parole, non si tratta di affermare un credo in qualcosa di spirituale chiamato mente, ma di affermare il tempo e lo spazio, qui e ora, come la realtà stessa.
Il nucleo centrale dell’Insegnamento del Buddha è: “La nostra mente è Buddha.” Questo insegnamento è stato trasmesso da tutti i Buddha e Patriarchi fino ai giorni nostri. Invero, l’idea che “La nostra mente è Buddha” non era esposta nelle prime scritture, redatte in India. Fu soltanto con i maestri dello Zen cinese che questa idea fu pienamente sviluppata. Molti antichi discepoli e allievi fraintesero questa dottrina centrale e si smarrirono. Quando gli stolti odono l’affermazione “La nostra mente è Buddha” pensano che non vi sia alcun bisogno di prassi, dal momento che la loro mente è già illuminata. È un grande errore. Costoro non hanno mai incontrato un vero maestro, e la loro illuminazione è nient’altro che illusione. La storia seguente illustra la forma che questo errato pensare assume.
C’era una volta in India un sedicente maestro chiamato Senika.[1] Egli spiegava che la grande Via esiste nel nostro corpo e può facilmente essere compresa. Mediante questa saggezza, diceva, sofferenza e non-sofferenza, caldo e freddo, dolore e piacere possono essere riconosciuti. Essa non è influenzata da oggetti o circostanze, anche se le cose sempre vanno e vengono e le circostanze appaiono e scompaiono. La grande Via esiste ovunque e non c’è alcuna differenza tra la gente ordinaria e i saggi; l’illusione appare e scompare nella nostra esperienza.
Solo questa saggezza esiste, insegnava Senika, è l’oggettività che declina. Pure se il nostro corpo viene distrutto, la saggezza non perisce; essa esce dal corpo proprio come la gente da una casa in fiamme. Così, la saggezza ha un’esistenza indipendente ed è la reale natura dell’illuminazione. Ciascuno possiede l’illuminazione. Questa natura originaria comprende sia l’illusione sia il risveglio. La saggezza non può mai essere ridotta ad una cosa sola, e differisce dagli oggetti materiali. Inoltre, la saggezza esiste eternamente. Senika affermava pure che la saggezza esiste nell’oggettività e possiede vera esistenza; cioè possiede una reale sostanza, e causa ed effetto. Ma la saggezza non equivale all’oggettività che ininterrottamente appare e scompare. La saggezza non partecipa della luce o dell’oscurità. Mediante la conoscenza tutto diventa chiaro, cioè, realizzeremo il sé reale, il risveglio originario, la natura reale e il corpo reale. Comprendendo questa natura reale, torneremo all’esistenza eterna – “Un grande uomo che torna alla verità” – e non saremo più soggetti a rinascita. Giungeremo al grande oceano del sé reale, in cui vita e morte non sono più presenti. Poiché il sé reale è impedito nel manifestarsi ovunque, sorgono i sei mondi del samsāra.[2] Questo è l’insegnamento di Senika.
Un giorno, il Maestro Nazionale Daishō,[3] chiese ad un monaco: “Da dove vieni?” “Vengo dal sud” rispose il monaco. “E quale Zen insegnano i maestri del sud?” chiese il Maestro. “Vi sono molti buoni maestri là” disse il monaco. “Che cosa insegnano?” chiese Echū. “I maestri del sud insegnano che la nostra mente è Buddha, dove Buddha significa risveglio. Ai discepoli si insegna che possiedono la reale natura del risveglio. Essa opera liberamente, utilizzando il corpo. Se opera nella testa, la testa funziona correttamente; se opera nei piedi, essi funzionano correttamente. Perciò vera natura significa perfetta conoscenza. Il Buddha si può trovare solo all’interno di questa perfetta conoscenza. Il nostro corpo è soggetto a nascita e distruzione, mentre la vera natura della mente è eterna. La creazione e distruzione del nostro corpo è simile ad un drago che cambia le proprie ossa, ad un serpente che muta la pelle, o alla gente che si trasferisce da una vecchia casa ad una nuova; le dimore cambiano, ma gli occupanti sono gli stessi. I maestri del sud insegnano questo.”
Echū allora disse: “Se ciò che dici è vero, ciò che insegnano i vostri maestri è uguale all’insegnamento di Senika. Egli affermava che noi possediamo una misteriosa vera natura nel nostro corpo e che, mediante essa, proviamo dolore e piacere. Se il corpo è distrutto, la vera natura esce come la gente che fugge da una casa in fiamme. La casa cambia, i padroni sono sempre gli stessi. Esaminando attentamente l’insegnamento di Senika, risulta che esso è una falsa opinione. Quando ero un giovane pellegrino e visitavo molti maestri, incontrai tali insegnamenti; ora simili errori sono ancora più diffusi. Fronte a molte centinaia di discepoli i maestri del sud espongono il loro insegnamento basato su false opinioni ed errate interpretazioni del Rokusodankyō;[4] perciò, la loro spiegazione è assai inadeguata. Gli allievi sono perplessi sulla giusta via da seguire. Come si può chiamare questo l’autentica trasmissione della Legge del Buddha? È una terribile situazione; la loro natura-di-Buddha[5] sarà perduta. Questi maestri sono bravi nell’insegnare attraverso il vedere, l’udire e il comprendere ma, anche se queste cose sono fatte diligentemente, come disse Vimalakīrti,[6] non costituiscono la vera essenza della Legge.”
Il Maestro Nazionale Daishō era il miglior discepolo del sesto Patriarca, e la sua comprensione del Dharma era insuperata. La vera norma del Dharma del Buddha si trova nel suo profondo insegnamento; evitate qualunque opinione derivante da Senika.
L’insegnamento “La nostra mente è Buddha” è stato trasmesso da Buddha a Buddha e da Patriarca a Patriarca. È il supremo Insegnamento del Buddha e i seguaci di Senika, o uno studente Hīnayāna, non possono neppure sognarsi di raggiungere questa saggezza. “La nostra mente è Buddha” è la realizzazione della mente-di-Buddha attraverso e all’interno del nostro campo di esperienza. Ogni e ciascun aspetto dell’esistenza è a sé stante, e costituisce una singola esistenza indipendente, cioè la natura-di-Buddha. Questo è quello che si chiama “Corpo e mente lasciati cadere.” Questa realizzazione è dinamica, non è come la statica esistenza di una statua. Ma non aspettatevi che questa verità appaia facilmente e senza sforzo; senza sforzo la verità resta nascosta. “Corpo e mente lasciati cadere” rappresenta la verità universale, la reale esistenza nel presente che né si volge indietro verso il passato, né balza in avanti verso il futuro. Essa è pura e non è contaminata da elementi esterni, l’opposto dell’acqua melmosa. Non importa come la esprimiamo: “La nostra mente è Buddha”, o “Buddha è la mente”, ecc.. È la dottrina fondamentale della corretta trasmissione che dobbiamo studiare.
“L’unica Mente è ogni cosa ed ogni cosa è contenuta in questa unica Mente.” Questa è la mente che è stata trasmessa fino ai giorni nostri. Gli antichi affermavano che se la mente è limpida si può comprendere ogni cosa. Il cielo può cadere e disintegrare la terra, ma la mente resterà. Se sappiamo padroneggiare questa mente, davvero tutte le nostre azioni recheranno frutto. Troppo pensare e andiamo troppo in là, oltre la meta; troppo poco e non riusciamo a raggiungere la verità.
Un giorno il Maestro Zen Kyōzan,[7] chiese al fondatore della scuola Igyō-zen,[8]: “Cos’è la trascendente, pura mente radiante?” Isan rispose: “Montagne, fiumi, terra; sole, luna, stelle.” Montagne, fiumi e terra sono proprio montagne, fiumi e terra; non c’è nulla di più, non occupatevi di cose secondarie e momentanee come onde o nuvole. Sole, luna, stelle significa la vera, naturale esistenza di sole, luna e stelle; non c’è nessuna nebbia o foschia. La mente di vita e morte è solo vita e morte, venire e andare; non vi è né illusione né risveglio. La mente di muro, tegola, pietre non è altro che muro, tegola e pietre; non c’è né fango né acqua. Nella mente dei quattro elementi[9] e dei cinque skandha,[10] non ci sono cavalli o scimmie. Nella mente di una sedia e di un hossu,[11] non c’è né legno né bambù. Riassumendo: la nostra mente è Buddha, la purezza originaria è la nostra mente, e il Buddha è il Buddha. Ricordate comunque, che la vera mente-di-Buddha è distaccata anche da queste affermazioni.
“La nostra mente è Buddha” non può essere separato dalla risoluzione di raggiungere la suprema illuminazione o dalla prassi religiosa, né dal risveglio o dal nirvāna. Se non abbiamo sperimentato ciò, non potremo mai comprendere il significato di “La nostra mente è Buddha.” Ma se vi è una vera esperienza di queste cose anche per un solo istante, possiamo comprenderne il reale significato. Se qualcuno afferma che “La nostra mente è Buddha” si può comprendere solo dopo anni di studio, costui non ha una chiara comprensione. Egli non ha mai avuto una corretta opinione sulla Legge, né ha mai incontrato un vero maestro. Buddha significa Śākyamuni Buddha e rappresenta tutti i Buddha passati, presenti e futuri. Il Buddha Śākyamuni è “La nostra mente è Buddha.”
Questo fu trasmesso ai monaci nel Kannondōriin del Koshōhōrinji, il 25 maggio 1239.
Trascritto da Ejō, il 12 luglio 1246, nell’alloggio del discepolo principale dell’Ei-heiji. Ricopiato nel 1278, durante l’addestramento estivo.
[1] Un brahmāno, contemporaneo del Buddha.
[2] Il sanscrito samsāra indica l’erranza di esistenza in esistenza, il ciclo delle rinascite.
[3] Il Maestro Nan’yō Echū (675?-775), successore del Maestro Daikan Enō. Maestro Nazionale Daishō è il suo titolo quale insegnante dell’imperatore. [Nan-yang Hui-chung]
[4] Una raccolta degli insegnamenti del Maestro Daikan Enō.
[5] La natura-di-Buddha è la ‘Natura propria’, o ‘Vera natura’, o ‘Volto originario’ (comunque si voglia chiamare) di ogni essere, anche se questi lo ignora.
[6] Un discepolo laico del Buddha, eccellente nella filosofia buddhistica.
[7] Il Maestro Kyōzan Ejaku (833-887), successore del Maestro Isan Reiyū. [Yang-shan Hui-chi]
[8] Il Maestro Isan Reiyū (771-853), successore del Maestro Hyakujō Ekai. Il suo titolo postumo è Daien Zenji. Noto anche come Daii. [Kuei-shan Ling-yu]
[9] I quattro elementi, dal sanscrito catvā mahābhūtāni, sono: terra (peso e leggerezza), acqua (coesione e fluidità), fuoco (caldo e freddo), vento (impulso e movimento).
[10] I cinque skanda o aggregati sono: rūpa (il corpo-forma), vedanā (la sensazione), samjñā (la percezione, la nozione), samskarā (le impressioni risultanti, gli elementi della coscienza, lett. “I formati e i formanti”), e vijñāna (la coscienza individuale, la conoscenza discriminante).
[11] Il tradizionale piumino scacciamosche.